Domenica 27 gennaio 2008 sono entrato finalmente dentro il Furreddu e arrivato sul fondo della Candela. Erano tanti anni che leggevo di questi due abissi, poi collegati il 30-12-2000 tramite un traverso.
Era un progetto sul tavolino, che prendeva polvere. Ma ecco che la settimana scorsa mi arriva un invito da Sassari. Due ragazzi dei gruppi sassaresi mi invitano per entrare nelle due cavità.
Non potevo rinunciare a questa occasione. Da prendere al volo.
Per prima cosa recupero i rilievi. Frugo su Speleologia Sarda per cercare il più possibile riguardo le due grotte.
Fantastiche. La prima (Furreddu) -197 metri con tiri da 50, 60 e 90 metri (vietato fare la somma perchè ci sono delle risalite); il secondo invece -215 ma sembra più frazionabile. Opto per la seconda. Mentre i sassaresi il sabato avrebbero disceso il Furreddu.
Venerdì frugo in biblioteca e ritrovo un articolo sulla Candela. Oh oh il rilievo è completamente diverso, praticamente un’altra grotta. E allora? Boh vedremo li. Il problema è che il nuovo rilievo si ferma a -276 metri. Ci basteranno le corde???
Pazienza.. Entriamo e vedremo.
Arriva domenica mattina. Ci incontriamo con i “nordici” che ci danno un passaggio col fuoristrada sino su in cima o quasi.
I cacciatori si gustano un fantastico panorama, e non mi riferisco alle montagne. Due dolci fanciulle li allietano con uno spogliarello per loro gradito, molto gradito. Vai di clacson, fischi e urla
Ci cambiamo e ci avviciniamo all’ingresso. Alt. L’ingresso della Candela è in miniera. Questa non è una miniera.
Mi rispondono che l’ingresso della candela non lo conoscono. Conoscono il Furreddu. È già mezzo armato e le corde sono tutte dentro. Passiamo per il traverso. Ahhhh ma io so che non è una cosa molto bella. O meglio è una figata galattica ma nello stesso tempo sei appeso a 50 metri dal fondo di un pozzo enorme. Ti senti piccolo e indifeso. Ma la sfida è stata accolta alla grande.
Io ero “accompagnato” da una persona che stavo portando dentro con delle omissioni di profondità e di difficoltà. Mi avrebbe sparato, alla vista del traverso. Ma sotto sotto confidavo nella sua capacità di stupirmi. E mi ha stupito. È stata bravissima.
Entriamo nel Furreddu. La prima cosa che ci dicono è: … toglietevi gli attrezzi che magari all’ingresso si sporcano!… Si, certo il problema sta solo nello sporcare gli attrezzi. Non le strettoie iniziali della grotta!?!?
Passate le strettoie con passamano di zaini arriviamo all’armo del primo pozzo da 50 del Furreddu. Da li, deviando lungo la parete destra, parte il traverso. Si vedeva da su che il suo superamento non era cosi scontato. Più che traverso è una serie di calate brevi con frazionamenti molto spostati dalla verticale. I miei COMPLIMENTI al primo che è passato li.
Chi apriva la strada ha aggiunto una corda nuova poiché gli è stato consigliato di non usare le corde fisse di quella grotta.
Ma diciamo che dentro Su Palu mi sono appeso su corde peggiori di quelle.
Arriviamo alla Candela. Siamo dentro questa bestia che si nasconde dentro la montagna. Chiudiamo il gruppo e prendiamo una decisione. Sostituire tutte le corde o usare le vecchie cambiano solo i plg con la barba? Erano talmente ossidati che ne abbiamo trovati forati, squamati, uno appena è stato preso in mano si è rotto lasciando cadere la ghiera. La scelta è stata quella di cambiare solo i plg. …. ma non ci sono bastati. 5 o 6 frazionamenti sono rimasti cosi come erano. A quella profondità fa impressione. Ma la voglia di scendere era tanta. Giù veloci. ma veramente veloci… due tiri lunghi sul vuoto li ho dovuti fare con la mezzachiave. Il discensore ringrazia. La PETZL ancora di più.
Arrivati in una nicchia alcuni proseguono e io mi fermo perchè dovevo fare i conti con altre persone alla prima grotta profonda e col mio avambraccio. Perchè ovviamente non riesco ad entrare in grotta senza farmi far male. Chi stava sopra di me nell’unico punto sporco ha fato cadere una pietra di una decina di cm di diametro, che dopo un volo di 12 metri colpisce violentemente il mio braccio. Malissimo. Anzi di più. Ho urlato dal dolore. All’inizio non sentivo la mano, me la ha addormentata. Ma poi ho visto che funzionava tutto e ho continuato la discesa. Ma alla lunga stava dando fastidio. Quindi inutile chiedere troppo. Mangiamo e risaliamo in 4. In macchina ho scoperto che ci siamo fermati a circa 30 metri dal fondo. Poca roba.
Io apro la strada. Corro. Una sfida col tempo e con l’idiozia dato che se la longe la trovavo subito la usavo altrimenti no. Urlo libera cosi tante volte di seguito e velocemente che da giù neanche mi rispondono. Ero veramente in forma. Mi sono preso due pause tecniche negli unici punti in cui potevo stare fermo senza essere appeso, per chiudere il gruppo, dato che non avevo più il contatto con loro.
Arriviamo all’inizio del traverso e aspetto per la terza volta. Qui l’attesa è lunga. Forse ho accelerato troppo. Quasi mi addormentavo se non fosse stato per lo stillicidio che mi cadeva addosso e anche per il dolore alla spalla e al braccio.
Arrivano su i miei 3 amici e prendiamo la via del traverso. Ci carichiamo degli zaini abbandonati all’andata. Io ne carico due sulle spalle (dai, uno e mezzo!!). Lo ho detto che ero in forma. Apro la via.
Il traverso (al rientro) è una specie di teleferica per le longe e si cammina su una lama di roccia. Equilibrio… Stavo girando su me stesso per uscire meglio dal quel passaggio quando perdo l’equilibrio e l’appiglio mi si rompe…. C***O… colpo di reni e su nuovamente dritto. Meno male che non mi si è spenta la luce. MI SONO CAGATO LE MUTANDE. Ok le corde di sicura, ma rimanere appeso e magari sbattere a 50 metri nel buio non mi va.
Continuo la traversata e minaccio di morte gli zaini. Li avrei gettati nel vuoto se non avessero collaborato. Ma alla fine hanno abbassato la cresta.
Seguo un pochino chi mi sta dietro e poi via su. Gli ultimi metri di corda e da li mi posso svestire degli attrezzi. Ma non sono fuori, magari, ci sono le strettoie. Con gli zaini pesanti e IN SALITA.
Chiudiamo il gruppo e via su.
Io e il “nordico” con un infinito passamano riusciamo a portare fuori 4 zaini. Riuscivamo a farli avanzare di 4 metri (al massimo) per volta.
Ma finalmente siamo fuori. Sono le 21:30. Il secondo gruppo esce alle 22:30. Recuperiamo i plg, le pere, i moschettoni di ogni forma e colore disseminati per la grotta e dopo una cena in due tempi carichiamo il fuoristrada e via giù alle auto dei comuni mortali.
alle 01:20 mi stavo infilando nel mio lettino. Buon viaggio ai SS che sarebbero dovuti rientrare alla loro latitudine.
Bellissima grotta e bellissima giornata.
È una grotta che vi consiglio vivamente. Ma in pochi, tutti autonomi e portate materiale d’armo. Le corde sono in buono stato. Per ora.
Erano presenti: Sergio F, Roberto M, Stefano (SS), Claudia M, Francesca M, Barbara I, Enrico S, Davide P.
Davide Pili (dapi)
Le foto sono di Roberto M.