Una strana idea stava covando nel nostro gruppo, andare a Narcao e rilanciare con una serie di esplorazioni la zona, nel senso speleologico del termine.
Raggiungibile in breve tempo da Cagliari (60 Km), Narcao sorge ai piedi del Monte Atzei, nei pressi del rio Mannu. Molto interessante sotto gli aspetti paesaggistico e mineralogico (miniera di Mont’ega), nei dintorni si trovano numerose frazioni fra cui: Is Aios, Terraseo, Terrubia, Riomurtas.
da Sardegna Speleologica n°13 – Giugno 1998
L’occasione per iniziare il lavoro ce la danno Alberto e Davide, due soci del nostro gruppo, nel Gennaio 1996, quando ci raccontavano in sede le ricognizioni-studio con i colleghi della Facoltà di Geologia nella zona. Tutti e due si prodigavano in descrizioni che sbalordivano i presenti, tipo: “Il terreno circostante sprofonda….. doline che si aprono….. pali della luce inclinati….” e altre meraviglie del genere.
Naturalmente sotto sotto la scoperta di una cavità sicuramente già nota in paese in quanto l’ingresso non presentava nessuna difficoltà.
C’erano tutti i presupposti per saperne di più e così ci precipitiamo la domenica a Riomurtas.
Dopo un breve giro nella zona, constatando tutto ciò che ci era stato detto, esploriamo e rileviamo la “Risorgente di Riomurtas” e successivamente, nel Marzo 1996, ci spostiamo nella zone di Cuccuru Sollais a Narcao, dove ci inoltriamo in un grottone (già visitato da Alberto) e con grande sorpresa troviamo cocci, ossa e vasellame nella stanza principale di quello che denominiamo “Grottone della Condotta”; uscendo poi troviamo un’altra grotta, ma oramai è tardi e dobbiamo rimandare ad altra occasione.
Ci rendiamo conto che bisogna tornare con un esperto e in settimana accompagnati dal Prof. Ugas, docente di Preistoria della Facoltà di Lettere, compiamo un’accurata esplorazione e iniziamo la stesura del rilievo. Le conoscenze del Prof. Ugas in materia ci sono state d’aiuto per una precisa datazione dei reperti (Età del Bronzo e Età Romana).
Dopo queste uscite, intervallate da alcune battute esterne nelle zone limitrofe, abbandoniamo per un po’ Narcao per dedicarci ad altre zone, vuoi per il fascino dei campi interni a Su Palu e Su Spiria, vuoi per l’abitudine a rimandare di domenica in domenica.
Riprendiamo verso Novembre 1997 con il rilievo della “Grotta Casu” (vista l’anno prima dopo il “Grottone della condotta”) sempre nella zona di Cuccuru Sollais a Narcao e abbiamo anche il tempo di vedere alcune cavità murate (!?) dal comune oltre ad alcuni smottamenti che caratterizzano la zona (tipo Riomurtas).
Un’altra uscita nel Dicembre 1997 per rilevare il “Pozzo Olionis” e compiere un’ulteriore ricerca nei pressi del Rio Canneddu a Narcao conclude per ora le esplorazioni.
Descrizioni delle Cavità
“Risorgente di Rio Murtas”
Si apre poco sopra un terreno recintato dal comune per precauzione, in quanto interessato da numerosi e pericolosi sprofondamenti che si creano in conseguenza di forti piogge e dell’ingrossamento del Rio sa Canniga.
L’ingresso, dopo una disarrampicata di circa due metri, immette in una galleria di modeste dimensioni che, proseguendo per varie direzioni, alterna stanzette fangose con sale riccamente concrezionate.
In certi punti invece si nota tristemente l’assenza di concrezionamenti, a causa di gravi devastazioni dovute ai tagliatori.
All’interno abbiamo cercato di forzare alcune strettoie che proseguono verso il basso, ma dopo alcuni metri diventano impraticabili. Lo sviluppo della grotta è di circa 250 m.
“Grottone della Condotta”
Un grande ingresso di frana, causato dai lavori per l’acquedotto, dopo una ripida discenderia porta ad uno stanzone (altezza media 15 metri) dove abbiamo individuato, grazie al Prof. Ugas, reperti dell’Età del Bronzo e di Età Romana, oltre a numerosi luoghi di sepoltura depredati, che fanno pensare ad un sito archeologico sino ad ora sconosciuto. Superato lo stanzone con un passaggio laterale si giunge in alcune stanzette molto concrezionate, occluse da depositi di fango e argille. In base alle scoperte fatte all’interno si pensa che l’ingresso originario fosse situato una decina di metri più in basso rispetto a quello attuale.
“Grotta Casu”
Si apre quasi a bordo strada, con un salone ampio che nel finale si sviluppa attraverso una stretta diaclasi interessata da modesto stillicidio. La parte finale, ingombra di massi di frana, attraverso cunicoli di pochi metri porta ad un’altra stanza composta da accumuli di pietre e una fessura che comunica con il ramo principale della grotta. La parte iniziale, totalmente fossile, presenta ai lati delle strettoie impraticabili. Questa grotta è conosciuta col nome locale di “Grotta dei Fercia”.
“Pozzo Olionis”
Grotta completamente fossile caratterizzata da un breve pozzetto iniziale, che sbuca in una stanza di crollo abbastanza ampia ad andamento discendente.
Si scende poi al limitare della stanza in due piccole discenderie che terminano in altrettante stanzette di modeste dimensioni. Alla base del pozzetto iniziale vi sono due strettoie che chiudono dopo alcuni metri.
Le esplorazioni e i rilievi sono stati effettuati da:
Cocco M., Cossu R., Curreli R., Fadda A., Ibba N., Marras M., Melis G., Murgioni D., Muntoni A., Perra S., Pili F., Serri P. dell’ Unione Speleologica Cagliaritana
Periodo compreso tra Gennaio ’96 e Dicembre ’97.
Gianluca Melis (U.S.C.)
Bibliografia:
Sulcis-Iglesiente – “Guida ai Tesori Nascosti”, di Antonio Franco Fadda
COEDISAR (CA)