Grandi scavi a Urzulei

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Era da due lunghi mesi che io e Sergio continuavamo a pensare a quei tre buchi nei pressi del flummineddu notati a fine Aprile da una fortunata combriccola di eccelsi scavatori uschini,ma per via di impegni vari come lavoro e “studio” quei tre poveri buchi giacevano li ancora inesplorati….cosi presi da un impeto di pazzia decidemmo di fare una punta venerdi 14 luglio.
Partenza ora 5.00
“non so chi me l’abbia fatto fare” questa è stata la mia idea fisssssssa per gran parte del viaggio… in fondo i km sono scivolati via veloci sia per la grande compagnia del nostro caro Sergio che dopo Baunei mi ha abbandonato per sognare chissa quale gran bel fusto per risvegliarsi allo spiazzo ormai a destinazione sia per la grande velocità di punta che ha raggiunto la mia macchina.Sosta di rito al panificio di Muravera ore 6.00 compriamo solo 10 GRISSINI(non c’era altro) che saranno il nostro pranzo assieme ad una scatoletta di tonno a testa.Arrivati iniziano i preparativi: marcamento del territorio da parte di Sergio, preparazione zaini e via 15 minuti di camminata tranquilla immersi nel bosco e nella pace mattutina del supramonte(erano le 8.00 c’era solo freddo) discendiamo il letto di un saltuario fiume ed eccoci davanti ai buchi.
Si fà il punto della situazione e decidiamo di calarci nelle spaccature di un tacco di dolomia bello grande; io ho fretta e non so perchè prendo il casco e scendo nella spaccatura disarrampicando accendo la luce e vedo le pareti piene di una variopinta fauna che mi crea qualche piccolo problemino e decido di uscire VELOCISSIMAMENTE dopo essermi dato un’occhiata molto veloce in giro notando una possibile prosecuzione in diaclasi.Esco da li e Sergio decide che è arrivato il momento che io impari ad armare………
Spit,pianta spit,martello e roccia…tutto qui!?! sembra facile…inizio, Sergio mi mostra il punto migliore per piantare lo spit che poi utilizzeremo come armo e comincio a battere

………SDRONK SDRONK SDRONK………

………10 minuti dopo……”Sergio ma sei sicuro che si faccia cosi!?!”

………SDRONK SDRONK SDRONK……30 minuti dopo…..
e forse lo spit è entrato per un quarto

……….SDRONK SDRONK SDRONK……
intanto Sergio scavava ad una 20ina di metri nel secondo buco(che poi si rivelerà quello più incasinato e ke ha fatto più male ad entrambi)

……….SDRONK SDRONK SDRONK…….

……1ora e 30 minuti….”Sergio vieni a vedere se va bene!?!”………..”no Giovanni tu ci sei 1h30′ per uno spit e non và neppure bene lo vedi che non esce più e poi balla nel buco!!”

……..MA PERCHE’ MAGARI NN USIAMO UN’ARMO NATURALE!?!!?!?!…….

in pochi istanti la corda è fissata e siamo sul fondo,la calata è non più di 5-6 metri in una fessura ampia non più di 2 metri.L’ambiente in cui ci troviamo è abbastanza ampio ed abitato sempre dalla variopinta fauna che questa volta non mi ha dato fastidio forte del fatto che SERGIO mi avrebbe protetto fino alla morte;
il pavimento è formato da ciottolame vario, terra e foglie verso nord le spaccature si restringono e comunque sia sono ostruite da detriti ci vorrebbe un bel mazzo per togliere tutta quella roba, verso sud la spaccatura continua in strettoia e proprio da li proviene una gelida corrente d’aria..mi infilo nella strettoia ed arrivo in un ambiente leggermente più grande(è sempre e comunque una spaccatura ci si può giusto stare in piedi e girare su se stessi) in basso verso est cè un buco mi affacio MA tolgo subito la testa “SERGIO CI SONO OSSA,se è un osso di morto(umano ndr) io li non ci entro manco se mi paghi” arriva Sergio che sapientemente si era dimenticato di comprare le pile per la luce del casco ed era rimasto sotto la corda, da un’occhiata si gira e “ma non riesci a distinguere un osso di bue da quella di un uomo!?! tocca vai li dentro”.Rincuorato dalle prese per il culo di Sergio mi infilo li dentro: ora sono tra due lame l’ambiente è più stretto rispetto a prima ma si continua a sentire l’aria che viene dal basso, passando sotto la lama che sta a ovest(il passaggio è abbastanza stretto uno come sergio nn ci sarebbe passato, nel caso di esplorazioni più approfondite sarebbe meglio allargarlo)con qualche piccola difficoltà a causa degli attrezzi mi ritrovo in una condotta che và verso il basso in direzione sud non è più una spaccatura o uno spazio tra lame ma un vero e proprio tunnel ke và giù con un’inclinazione forse tra i 30 e 50 gradi il soffito e la parete ovest sono scavati nella roccia il fondo è formato da terra e pietre la condotta non è ampia ma è comunque facilmente percorribile e và giù sicuramente per 3-4 metri buoni poi bhò purtoppo mentre io già strisciavo per vedere dove questa condotta portasse una voce proveniente dall’alto mi ha richiamato all’ordine:”gio vieni fuori da li, io sono SENZA luce non è sicuro farti andare avanti da solo senza neanche corda di sicura” mentre gli Dei del buio già mi tiravano i piedi verso l’oscurità cerco di uscire da li, pochi minuti e siamo fuori.
Contenti e soddisfatti ci dedichiamo al buco ke stà a una 20ina di metri da li..sergio aveva già fatto ,mentre io piantavo il famoso spit, un’ottima campagna di scavo ed ora ci trovavamo a combattere con 3 pietroni giganti che a mio avviso pesavano una 50ina di kg con astuzia ingegno e forza fisica riusciamo a levarli dal buco a costo di un piede di Sergio schiacciato, un mio tallone incastrato,la mia spalla con il ritorno del dolore ed un paio di dita pestate..ma tutto ciò a giudicare da quanto le pietre e la terra si sentivano cadere verso il basso ad ogni più piccolo spostamento sarebbe stato ampiamente ripagato…intanto Sergio continua a marcare il territorio…ok aperto finalmente il passaggio dopo 2 ore di fatiche è il momento di armare io opto subito per i due alberi più vicini (eh chissà perchè!?! ndr) armo e dico a Sergio di infalrsi lui per primo dato che aveva fatto il lavoro più pesante per forzare questo buco..ma il nostro caro Sergio mi lascia spazio perchè afferma che lui in quel buco non ci passa..e và bhè, mi metto l’imbrago e mi infilo nel buco.Con qualche difficolta supero l’entrata mi trovo in una piccolissima saletta sempre impostata su fessure come il pozzo in cui siamo scesi un paio d’ore prima..ma qui è molto molto più stretto…..riesco giusto a muovere le braccia e girare la testa ma di muovere busto e gambe non se ne parla.
Dunque la strettoia per arrivare a questo ambientinoinoinoino e formata ai lati da roccia bella solida, il fondo è formato da terra e pietre (facilmente removibili),il soffitto da materiali come pietrine pietre pietrone terra e foglie (è il caso di evitare di metterci mani e piedi),il piccolo ambiente in cui mi sono infilato a parte la presenza di insetti ,molti insetti, che mi ronzavano attorno finendomi negli occhi e nel naso mi ha messo non poco nervosismo ed inquietudine tant’è che non vedevo l’ora di uscire(in poche parole mi sono cagato ndr).Verso ovest parte una fessura collegata con l’esterno che poi abbiamo individuato dietro ad una roccia, verso est sembra che un’altra fessura prosegua verso il basso in direzione sud e che possa essere percorsa dopo una necessaria disostruzione pure l’ambiente in cui ero accovacciato si può allargare poiche il pavimento ed un lato sono pieni di pietre e detriti..putroppo per la gran fretta di uscire non ho controllato se la spaccatura a est tirasse aria.
Nell’ uscire con mia grande felicità sono rimasto bloccato prima con la testa (non riuscivo a far uscire il casco tanto ke ho pensato di toglierlo,ma non c’era spazio neanche per far quello) e poi nella strettoia con discensore e maniglia,con grande “calma” dopo un pò sono riuscito a passare (grazie Sergio per avermi tranquillizato).
Ed eccoci davanti al terzo ed ultimo buco da esplorare; questo è un vero è proprio pozzo che scende verticale e non si vede il fondo. Anche qui opto per una mia cara tipologia di armo quello naturale prendo il cordino scelgo l’albero, nodi, moschettone, corda..ok tutto pronto,intanto Sergio godendosi la frescura del bosco supervisonava tutto ciò che facevo.Metto imbrago discensore, corda,chiave e sono appeso nel vuoto

…OH FINALENTE UN BEL POZZO LARGO E PULITO SENZA ANIMALI…

scendo per nn più di 10-12 metri e sono sul fondo. Il pozzo si presenta come un’unica calata l’ampiezza è pessochè costante tranne per la parte finale che si allarga leggermente rispetto alla sezione iniziale,il fondo e formato da ciottolammine vario terra e detriti a sudovest si apre una fessura dalla quale si sente una tenue corrente d’aria purtroppo non sono riuscito a capire se nel punto in cui si apre questa fessura il fondo sia formato da roccia compatta o solo da pietre nel secondo caso si potrebbe facilemente allargare il passaggio e provare ad entrare nella fessura…unica nota dolente di questo pozzo è stato il freddo entrarci con maglietta a maniche corte e pantaloncini corti nn è stata una bella idea dopo 10 minuti avevo già la pelle d’oca. Uscito, raccattiamo tutta l’attrezzatura e torniamo alla macchina per andare a farci una meritata birra al solito bar di Barisardo.

Il viaggio di ritorno (a Cagliari siamo arrivati alle 21.00) è stato caratterizzato da una grande euforia generale sfociata in una bella dormita di Sergio e dalla mia tristezza per la notizia di un’esame nn passato… tutto sommato abbiamo raggiunto nei tempi previsti tutti gli obbiettivi prefissati in più abbiamo sfatato il mito del supramonte OFF LIMITS d’estate (non abbiamo minimamente sofferto il caldo si stava benissimo,non c’erano zecche ne pulci) ed il mito che a scavare in poche persone non si riesce a combinare niente; purtoppo abbiamo rischiato di non rientrare per colpa della stanchezza……..ma questa è un’altra storia

Giovanni Lonis

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