Domusnovas 06-01-2008
Ieri sarei dovuto entrare a Su Fenu Trainu con qualche amico “vecchio” e “nuovo”, ma le condizioni meteo sulla punta (dove è situato l’ingesso della cavità) ci hanno fatto modificare il programma del giorno.
Non ci siamo disperati, abbiamo optato per Perd’e Cerbu. Sempre a Domusnovas ma in una zona più riparata e con avvicinamento minimo.
All’ingresso eravamo in sei, ma uno di noi ha deciso che le grotte verticali si possono percorrere anche solo con l’imbraco, e quindi ha lasciato ogni tipo di attrezzo in casa; nulla di più sbagliato!!!! Ha deciso quindi di stare fuori e ha dovuto scegliere tra essere investito da un cinghiale in fuga o dai pallettoni dei cacciatori, non siamo riusciti a liberarci di lui. Sarà per la prossima volta!!!
Entriamo in cinque.
Io attrezzo la grotta pian piano mi dirigo verso il fondo, chi mi segue mi fornisce del materiale che man mano mi serve.
In poco più di 2 ore siamo tutti sul fondo della terza verticale. Mangiamo qualcosa, cioccolato e pane con le cipolle.
Entriamo nella “Spaccatura Continua” e in pochissimo tempo la percorriamo e arriviamo al saltino. Ovviamente non scendiamo perché portarsi dietro una corda da 80 metri non lo riteniamo una cosa sensata.
Dietro front e via verso la corda che arriva dal nero del soffitto, non ricordo bene ma sono più di 40 metri in campata unica e nel vuoto. Andrea risale per primo ad ogni pedalata ansima, sino ad arrivare all’orgasmo in corrispondenza dell’armo di partenza.
Io lo seguo, poi Francesca, Alessia e Fabrizio che disarma. Alessia osserva da vicino le fasi di disarmo.
Seguo Francesca mentre risale il secondo salto. Ho “inventato” un frazionamento un po’ ostico che fa sudare un pochino le nostre amiche ma lo superano egregiamente. Brave, Bravissime.
Aspetto Maistru per aiutarlo con le corde. Testa o croce per chi disarma il secondo tiro. Ma Fabrizio vuole continuare il disarmo.
Allora mi offro per quello dell’uscita.
Quanto smonta il frazionamento (un po’ spostato dalla verticale) pendola e si sente una vagonata di frastimi, almeno credo sia per quello; glielo chiederò.
Alessia e Francesca smontano l’attacco e sistemiamo gli zaini. Passamano sino all’arrampicatina e da li ci porta verso l’intersezione tra i rami nuovi e vecchi, alla base della corda che ci porterà all’esterno.
Altri 40 metri e saremo presto tutti fuori.
Diamo la precedenza a Fabrizio che si porta su la corda da 100, poi Andrea che ci informa che l’ascella, già puzzolente dalla mattina, è arrivata ad un livello di pudesciume non più sopportabile. Sale Alessia e poi Francesca, io disarmerò.
Spengo la luce e osservo chi mi precede mentre sale in corda. E’ bellissimo osservare le ombre, sulle pareti, che si spostano cambiando orientamento man mano che la speleo risale sulla corda.
Arriva il mio turno, fuori trovo solo Francesca, gli altri sono andati via perché qualcuno aveva freddo. E’ buio già da un po’, smontiamo tutto, riempiamo l’ultimo zaino e via verso le auto.
Ci cambiamo davanti ad un panorama bellissimo. Vorremo arrostire, ma vista l’ora (le 19:00) decidiamo che non è il caso.
Direzione SS130 e bar.
Al bar incontriamo gli amici che erano in miniera. La mattina siamo partiti insieme e ci siamo incontrati anche la sera.
Bellissima conclusione di una fantastica giornata.
Da parte mia un GRAZIE a chi mi ha accompagnato in grotta: Alessia Loi, Andrea Laconi, Fabrizio Manca, Francesca Manca e Sergio Pillai (Sergio… è in rigoroso ordine alfabetico).
Scheda d’armo.
primo salto: corda da 45 metri. Sosta su due ancoraggi, subito dopo un frazionamento, a metà calata un frazionamento su fix (portare i dadi)
secondo salto (rami nuovi): cordini su colata e massi concrezionati (2 cordini e due plg) frazionamento su roc. Poi più nulla sino alla base. Ma è buona cosa frazionare. L’unico punto, naturale, è una lama sulla sinistra. Un po’ spostata e scomoda da raggiungere, (ndr imparate a fare i nodi con una mano).
terzo salto: armo doppio su roc e via giù sino alla base. La corda da 100 metri è più che sufficiente per attrezzare entrambi i salti.